Un coup d'čtat di Lord John Russell

Marx (1862)

 


Trascritto da Roberto Saranga


 

Londra, 17 gennaio 1862

L'atteggiamento di Lord John Russell durante la recente crisi è stato davvero irritante, anche per un uomo la cui intera vita parlamentare dimostra come abbia esitato raramente a sacrificare il potere effettivo alla posizione ufficiale. Nessuno ha dimenticato che Lord John Russell ha perduto la carica di primo ministro che è stata assunta da Palmerston, ma sembra che nessuno ricordi che egli ha avuto da Palmerston il ministero degli Esteri. Tutto il mondo ha considerato assiomatico che Palmerston dirigesse il gabinetto sotto il proprio nome e la politica estera sotto il nome di Russell. All'arrivo delle prime notizie di pace da New York, whigs e tories han fatto a gara a cantare le lodi dell'arte di governo di Palmerston, mentre il ministro degli Esteri, Lord John Russell, non era nemmeno oggetto di encomio come suo assistente. E' stato completamente ignorato. Comunque, era appena scoppiato lo scandalo causato dalla soppressione del dispaccio americano del 30 novembre, quando il nome di Russell è stato riportato in vita.

Accusa e difesa allora hanno scoperto che il ministro degli esteri responsabile si chiamava Lord John Russell! Ma a quel punto anche Russell ha perduto la pazienza. Senza aspettare l'apertura dei lavori del Parlamento e contrariamente a tutte le usanze ministeriali, egli ha immediatamente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 gennaio la propria corrispondenza con Lord Lyons. Tali lettere dimostrano che il dispaccio del 30 novembre di Seward è stato letto a Lord John Russell il 19 dicembre da Adams; che Russell ha riconosciuto esplicitamente che quel dispaccio presentava le scuse per l'atto del capitano Wilkes, e che Adams, dopo le parole di Russell, considerava sicura la soluzione pacifica della disputa. Dopo questa rivelazione ufficiale, che ne è del Morning Post del 21 dicembre, che negava l'arrivo di qualsiasi dispaccio di Seward che si riferisse al caso Trent? Che ne è del Morning Post del 10 gennaio, che accusava adams della soppressione del Dispaccio? Che ne è di tutto il rumore di guerra della stampa di Palmerston dal 19 dicembre 1861 all'8 gennaio 1862?

E vi è di più! Il messaggio di Lord John Russell a Lord Lyons del 9 dicembre 1861 dimostra che il gabinetto inglese non ha presentato alcun ultimatum di guerra; che Lord Lyons non ha ricevuto l'ordine di lasciare Washington sette giorni dopo la consegna dell'ultimatum; che Lord Russell ha ordinato all'ambasciatore di evitare ogni parvenza di minaccia e, infine, che il gabinetto inglese aveva stabilito di prendere una decisione definitiva solo dopo aver ricevuto la risposta americana. Tutta la politica strombazzata dalla stampa di Palmerston, che ha trovato tanta eco servile sul continente, è quindi soltanto una chimera. Non è mai stata messa in atto in realtà. Dimostra soltanto, come asserisce un giornale di Londra di oggi, che Palmerston " ha cercato di frustrare la linea di condotta dichiarata e vincolante dei consiglieri responsabili della Corona ".

Che il coup de main di Lord John Russell sia piombato sulla stampa di Palmerston come un fulmine a ciel sereno, è un fatto incontrovertibile. Il Times di ieri ha soppresso la corrispondenza di Russell e non ne ha fatto menzione alcuna. Soltanto oggi figura nelle sue colonne una ristampa della London Gazette, con un articolo di fondo che funge da presentazione e commento e che evita accuratamente il problema reale, il contrasto fra il popolo inglese ed il governo inglese, e che lo sfiora soltanto nell'espressione stizzosa: " Lord Russell ha dovuto spiegare tutto il suo ingegno per trovare un accenno di scuse " nel dispaccio di Seward del 30 novembre. D'altra parte il Giove tonante di Printing House Square sfoga la sua collera in un secondo editoriale, nel quale Gilpin, membro del governo, capo del Board of Trade nonché sostenitore della scuola di Manchester, è giudicato indegno della sua carica ministeriale. Perché martedì scorso in una pubblica riunione a Northampton, di cui egli è rappresentante in Parlamento, Gilpin, ex libraio, demagogo ed apostolo della moderazione che nessuno prenderà mai per eroe, ha commesso il crimine di esortare il popolo inglese ad impedire con dimostrazioni pubbliche un riconoscimento quanto mai inopportuno della Confederazione sudista, che egli ha sconsideratamente bollato come figlia della schiavitù. Come se, esclama sdegnato il Times, come se Palmerston e Russell - adesso il Times si ricorda improvvisamente dell'esistenza di Lord John Russell - non si fossero sempre battuti per distruggere la schiavitù! Sicuramente è stata un'indiscrezione, un'indiscrezione calcolata da parte di Gilpin, invitare il popolo inglese a scendere in campo contro le idee schiaviste di un governo al quale egli stesso appartiene. Ora Gilpin, come si è detto, non è un eroe. Tutta la sua carriera rivela scarsa attitudine al martirio. La sua indiscrezione è avvenuta lo stesso giorno in cui Lord John Russell ha fatto il suo coup de main. Pertanto possiamo concludere che il governo non è una "famiglia felice" e che alcuni dei suoi membri si sono già assuefatti all'idea di una "separazione".

L'epilogo russo del dramma del Trent è non meno interessante delle sue ripercussioni nel governo. La Russia, che in tutto questo baccano è rimasta silenziosa, in disparte, a braccia conserte, ora balza sulla scena, dà a Seward un buffetto sulla spalla - e dichiara che è arrivato alfine il momento di regolare definitivamente i diritti marittimi dei paesi neutrali. La Russia, come si sa, si considera investita del compito di fissare all'ordine del giorno della storia del mondo, al momento giusto e nel posto giusto, le questioni urgenti della civiltà. La Russia si pone al riparo da qualsiasi attacco delle potenze marittime nel momento in cui queste rinunziano, con i loro diritti di belligeranti contro i paesi neutrali, alla loro influenza sulle esportazioni russe. La Convenzione di Parigi del 16 aprile 1856, che è in parte una copia letterale del trattato russo di neutralità armata del 1870 contro l'Inghilterra, non è ancora legge in Inghilterra. Che scherzo del destino sarebbe se la disputa anglo-americana finisse con la sanzione, da parte del Parlamento e della Corona inglesi, della concessione che due ministri britannici hanno fatto alla Russia, sotto la loro personale responsabilità, alla fine della guerra anglo-russa!

Die Presse, 21 gennaio 1862

 


Ultima modifica 4.10.2000