I risultati delle elezioni negli Stati del Nord

Marx (1862)

 


Trascritta da Roberto Saranga, Gennaio 2001


 

Londra, 18 novembre 1862

Le elezioni rappresentano in pratica una sconfitta del governo di Washington. I vecchi leaders del Partito democratico hanno sfruttato abilmente il malcontento dovuto alle difficoltà finanziarie e all'inesperienza militare, e non vi è dubbio che nelle mani dei vari Seymour, Wood e Bennet lo stato di New York potrà divenire il centro di pericolosi intrighi. Dobbiamo evitare però di esagerare l'importanza pratica di tale reazione. L'attuale Camera dei Rappresentanti repubblicana continua le sue sedute, e i parlamentari neo-eletti entreranno in carica soltanto nel dicembre dell'anno prossimo.

Per quanto riguarda il Congresso di Washington, le elezioni per il momento hanno un carattere puramente dimostrativo. In nessuno stato, ad eccezione di quello di New York, è stato eletto il governatore, e il Partito repubblicano rimane quindi a capo dei vari stati. I successi elettorali dei repubblicani nel Massachusetts, nell'Iowa, nel Michigan e nell'Illinois equilibrano in un certo qual modo i voti perduti a New York, in Pennsylvania, nell'Ohio e nell'Indiana.

Un'analisi un minimo approfondita del progresso dei "democratici" porta a conclusioni ben diverse da quelle strombazzate dai giornali inglesi. La città di New York, gravemente corrotta dalla plebaglia irlandese, da qualche tempo in qua prende parte attiva alla tratta degli schiavi e costituisce il centro del mercato finanziario americano, oltre a rappresentare il creditore ipotecario di tutte le piantagioni del Sud. Da sempre è decisamente "democratica", così come Liverpool è ancora adesso un centro conservatore. Come già avvenne dopo le elezioni del 1856, i distretti rurali dello stato di New York hanno votato anche questa volta per i repubblicani, anche se non con l'entusiasmo dimostrato nel 1860. D'altronde, gran parte degli uomini che hanno l'età per votare si trova in campagna. Se si considerano i voti dei distretti urbani e rurali, la maggioranza democratica nello stato di New York è di appena otto o diecimila voti.

In Pennsylvania, stato conteso prima fra whigs e democratici, poi tra democratici e repubblicani, la maggioranza democratica si limita a 3.500 voti, nell'Indiana è ancora più esigua, e nell'Ohio, in cui tocca gli ottomila voti, i leaders democraticinoti per le loro simpatie per il Sud - quali ad esempio l'odioso Wallandigham - hanno perduto il seggio al Congresso.

L'irlandese vede nel negro un pericoloso concorrente. I contadini dell'Indiana e dell'Ohio detestano i negri quasi quanto detestano la schiavitù. I negri sono per loro il simbolo della schiavitù e della degradazione della classe lavoratrice, e la stampa democratica agita continuamente dinanzi ai loro occhi la stessa minaccia: i negri che si riversano in massa nei loro territori. A tutto questo si aggiunga ancora che gli stati che hanno fornito i contingenti più numerosi di volontari sono quelli dove è più vivo il malcontento per l'inettitudine che ha condannato al fallimento l'offensiva in Virginia.

Pure, non è questo il punto essenziale. Quando Lincoln venne eletto alla presidenza, nel 1860, la guerra civile non era ancora scoppiata, e la questione dell'emancipazione dei negri non era ancora all'ordine del giorno. Essendo ancora separato completamente dal Partito abolizionista, il Partito repubblicano nel 1860 si limitava a protestare soltanto contro l'estensione della schiavitù ai Territori, e contemporaneamente proclamava di non avere alcuna intenzione di interferire nell'istituzione della schiavitù in quegli stati dove già esisteva legalmente. Se avesse lanciato il grido di guerra dell'emancipazione degli schiavi, Lincoln sarebbe stato sicuramente sconfitto nelle elezioni del 1860, perché la maggioranza non l'avrebbe appoggiato affatto.

Ben diversa è la situazione delle lezioni più recenti. I repubblicani han fatto causa comune con gli abolizionisti, e si sono dichiarati a chiare note favorevoli all'emancipazione immediata, sia come fine in sé che come mezzo per fare cessare la ribellione. Tenendo conto di tale elemento, la maggioranza governativa nel Michigan, nell'Illinois, nel Massachusetts, nello Iowa e nel Delaware è non meno sorprendente dei voti numerosissimi, per quanto minoritari, riportati negli stati di New York, dello Ohio e della Pennsylvania. Un risultato simile prima della guerra era assolutamente inconcepibile, anche nel Massachusetts. È bastato che il governo e il Congresso (convocato per il mese prossimo) dessero prova di una certa energia perché gli abolizionisti, che si identificano ormai con i repubblicani, prendessero ovunque il sopravvento, dal punto di vista morale come da quello numerico. Le velleità interventiste di Luigi Bonaparte forniscono loro un valido sostegno "esterno". L'unico pericolo rimasto è legato alla permanenza nelle alte gerarchie di generali quali McClellan, che, a prescindere dalla loro inettitudine, sono sostenitori dichiarati dello schiavismo.

Die Presse, 23 novembre 1862

 


Ultima modifica 5.1.2001